"Il governo populista in Italia è il prodotto dell'austerità tedesca"

Fabio De Masi, il politico italo-tedesco ad HuffPost: "La sinistra è in crisi perché è diventata establishment. La Merkel non ha a cuore i migranti ma le frontiere aperte per l'export tedesco"

04/01/2019
DIE LINKE Hamburg

Intervista con Huffington Post (Italia)

Fabio De Masi, classe 1980, è un politico italo-tedesco e parlamentare al Bundestag per il partito di sinistra Die Linke, di cui è uno dei capigruppo parlamentari e portavoce per quanto riguarda i temi politico-finanziari. Insieme a Sahra Wagenknecht ha fondato Aufstehen, un movimento trasversale che punta a riunire tutte le forze di sinistra che non si riconoscono nelle modalità in cui viene condotta l'opposizione nei confronti dei grandi partiti liberali e delle crescenti forze populiste.

Onorevole De Masi, il Ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini ha recentemente auspicato una collaborazione maggiore tra Roma e Berlino. Come sono a suo giudizio gli odierni rapporti tra Italia e Germania?

I rapporti tra Italia e Germania sono stati molto peggiorati negli ultimi anni a causa delle politiche di austerità promosse dal governo tedesco attraverso l'Unione Europea che hanno portato alla depressione economica in Italia e ridotto le prospettive delle nuove generazioni. Dall'inizio della crisi economica i principali partiti tedeschi tranne Die Linke hanno sostenuto l'austerità, il cui prodotto è l'attuale governo italiano. Penso che sia molto importante criticare Salvini sui contenuti: per la sua difesa dei privilegi dei ricchi a danno dei diritti sociali, per la flat tax, per le privatizzazioni e per il razzismo. Ritengo pero che sia sbagliato attaccarlo per il semplice fatto che lui critichi Bruxelles. Così facendo si fa identificare dai cittadini come in un difensore delle politiche di austerità.

La sinistra italiana e quella tedesca condividono una crisi di voti e di identità. Quali sono stati i principali errori che hanno portato a questa situazione?

La socialdemocrazia europea ha appoggiando le privatizzazioni, le delocalizzazioni, i tagli alla spesa pubblica, l'austerità e le riforme che nei rispettivi Paesi hanno ridotto le sicurezze e i diritti sociali. Era inevitabile che gran parte del proprio elettorato si rivolgesse a nuovi soggetti politici. Come Donald Trump è un prodotto di Hillary Clinton, Matteo Salvini lo è di Matteo Renzi e la Afd del fallimento della Grande Coalizione quindi della socialdemocrazia. L'austerità ha distrutto non solo l'Europa ma tutta la socialdemocrazia europea, che mentre difendeva Bruxelles si scavava la propria tomba. Tanto in Germania quanto in Italia le riforme antisociali sono state promosse soprattutto dai partiti di sinistra quando la destra non avrebbe mai avuto il coraggio di promuoverle perché si sarebbe scontrata con l'opposizione dei sindacati. Oggi la Spd si è trasformata in un partito la cui sua unica funzione è quella di permettere alla Cdu di rimanere al potere, venendo addirittura superati dai Verdi che sono invece pronti a formare una coalizione con la Cdu.

Quali sono invece gli errori che la sinistra fa oggi come opposizione?

Molti partiti di sinistra sono scandalizzati dal successo della Lega e di Afd. Nella Germania orientale vediamo per esempio che molti lavoratori non votano più rosso ma si rivolgano a Afd pur avendo questo un programma liberale. Per molti cittadini la sinistra non è opposizione bensì parte dell'establishment. La sinistra cresce invece quando contesta i potenti. Jeremy Corbyn è in ascesa perché critica Theresa May in un modo popolare.

Lei è tra i fondatori di Aufstehen, una movimento trasversale che raggruppa esponenti di molti partiti di sinistra che vogliono condurre una nuova forma di opposizione. Quali sono i vostri obiettivi?

Insieme a Sahra Wagenknecht ci siamo chiesti perché il nostro partito non riuscisse a intercettare molti degli ex elettori della Spd che preferiscono rivolgersi a destra. La risposta che ci siamo dati è che in molti non ci ritengono una forza che possa effettivamente governare, anche a causa della nostra litigiosità interna. Al contempo vediamo però che Sahra Wagenknecht è molto popolare, spesso di più della Linke, e che alcune delle istanze che promuoviamo sono condivise dalla stragrande maggioranza della popolazione tedesca. Abbiamo allora deciso di mettere al centro i contenuti e non i partiti e creato questa piattaforma in cui i membri di tutti i partiti di sinistra possano ritrovarsi per sviluppare i punti che abbiamo in comune e per avvicinare i cittadini con una nuova forma di comunicazione che superi la crisi di legittimità della struttura partitica classica. Aufstehen è la presa di coscienza della crisi della democrazia rappresentativa e dei partiti tradizionali.

Wagenknecht e Aufstehen hanno ricevuto molte critiche per le vostre posizioni sull'immigrazione. Avete una strategia per riconquistare coloro che oggi votano Afd?

Non vogliamo voti razzisti, dobbiamo però riconoscere che ci sono tante persone oggi votano Afd che prima votavano sinistra. Loro hanno paura che l'immigrazione porti a concorrenza, a conflitti sociali e ad abbassamento dei salari di cui si approfittano molte grandi imprese. Non è colpa dei migranti ma della politica che ha generato questa situazione attraverso le politiche di intervento in Siria e vendendo armi all'Arabia Saudita che ha creato lo Stato Islamico. Naturalmente il diritto all'asilo deve essere garantito a chi arriva. I numeri dicono però che dei 65 milioni di profughi che ci sono al mondo solo una minima parte raggiunge l'Europa. Servirebbe dunque maggiore investimento negli aiuti su quei territori. Corbyn dice "for the many not the few", questo deve valere anche nella politica migratoria. Così facendo la sinistra si distinguerebbe sia dalla destra razzista che da chi vuole sfruttare i migranti.

Come giudica la politica di accoglienza che in termini politici sta costando così tanto ad Angela Merkel?

Se vado a casa tua e lancio una bomba, tu allora vieni a casa mia e chiedi di potere dormire da me e io a quel punto accetto dicendoti che ti sto accogliendo quando in realtà ho causato io la tua partenza. Alla Merkel non importa nulla dei migranti, è interessata a utilizzarli come mezzo per abbattere le frontiere perché per l'industria dell'export tedesca è importante che le frontiere dell'Europa sian aperte.

E secondo Lei chi trae i maggiori vantaggi da questa politica di export?

Naturalmente la grande industria dell'export tedesco. La Germania è la quarta potenza industriale al mondo. Queste politiche di esportazione hanno invece diminuito il consumo interno e ci ha reso dipendenti dai consumi di altri Paesi, per esempio degli Stati Uniti. Se siamo campione del mondo dell'export significa che altri paesi sono campione del mondo dell'import e che quindi si sta indebitando e potenzialmente impoverendo. Inoltre ciò sta conducendo ad una guerra commerciale con Donald Trump. Le tariffe punitive potrebbero colpire gravemente l'industria automobilistica tedesca e portare a un grave shock economico.

Lei sta presentando una nuova strategia per la sinistra europea. Chi sono i vostri potenziali interlocutori e alleati?

Le posizioni mie e di Sahra Wagenknecht sono vicine a quelle di Stefano Fassina, penso che però oggi la sinistra italiana non esista più e che per rinascere non basti attaccare Salvini. Deve essere il difensore della popolazione, non dei mercati o della famiglia Benetton. Guardiamo poi con interesse a Jeremy Corbyn e a Bernie Sanders mentre io sono amico di Jean-Luc Melanchon. Quando c'è stato il ballottaggio tra Macron e Le Pen la sinistra tedesca lo ha attaccato perché non ha dato chiara indicazione di voto per Macron. Ha detto che non voterà le Pen ma non ha invitato a sostenere Macron. Se lo avesse fatto oggi i gilet gialli e i francesi si ricorderebbero che allora l'unica alternativa a Macron era Le Pen e sarebbe una catastrofe. La sinistra deve differenziarsi dalla destra combattendo contro il capitalismo finanziario senza fare l'errore di diventare parte della casta.